Il linfodrenaggio è una particolare tecnica di massaggio che favorisce il drenaggio dei liquidi organici ristagnanti. L’azione meccanica manuale viene esercitata a livello di particolari aree del corpo che interessano il sistema linfatico per migliorare la circolazione della linfa e far rimuovere i liquidi dai tessuti.
Il sistema linfatico, diffuso in tutto il corpo umano, è composto da ghiandole, linfonodi e una fitta rete di vasi con un decorso parallelo a quello del sistema circolatorio del sangue. Le sue funzioni principali, oltre al deflusso dei liquidi, sono il trasporto dei grassi e la protezione dell’organismo dalle infezioni attraverso la risposta immunitaria.
La creazione di questo tipo di massaggio, così come la coniazione del nome “Drenaggio Linfatico Manuale”, viene attribuita al fisioterapista danese Emil Vodder che, insieme alla moglie Estrid Vodder, mise a punto la procedura per la stimolazione della circolazione linfatica nel 1932.
Il circolo linfatico, infatti, scorre quasi totalmente contro gravità e non possiede una pompa centrale come il cuore per il circolo sanguigno. Il movimento della linfa, quindi, è dovuto da più fattori:
- la pressione del liquido interstiziale;
- la contrazione della muscolatura liscia, involontaria, dei grossi vasi linfatici;
- la sollecitazione data dai muscoli scheletrici, soprattutto durante la camminata.
Coloro che fungono da centro di filtraggio della linfa sono i linfonodi, organi di difesa dell’organismo. Hanno forma rotondeggiante e dimensioni variabili: da pochi millimetri fino a più di 2 cm. Al loro interno sono densamente popolati da linfociti e macrofagi: cellule di tipo immunitario grazie alle quali la linfa viene depurata e resa sterile prima del suo ingesso nel circuito venoso diretto al cuore.
Nel corpo umano possiamo trovare linfonodi profondi e superficiali, sono circa 700 in tutto e in genere sono raggruppati a formare delle vere e proprie stazioni linfonodali, le principali sono:
- a livello cervicale, raccolgono la linfa proveniente dalla testa;
- a livello del collo, nella porzione anteriore, si tratta dei linfonodi sottomandibolari;
- a livello ascellare, raccolgono la linfa proveniente dall’arto superiore, dal torace e dalla mammella;
- a livello inguinale, raccolgono la linfa proveniente dall’arto inferiore e dalla parte bassa del tronco;
- a livello popliteo, raccolgono la linfa proveniente dal piede e dalla gamba.
Il linfodrenaggio è caratterizzato da una manualità particolare, eseguita con movimenti lenti, ritmici e ripetuti, sempre in direzione craniale, dalla periferia verso il centro. La pressione esercitata è leggera e alternata, con l’intento di muovere la cute sui tessuti sottostanti e creare un effetto pompa per favorire il decorso della linfa. Le movenze sono spesso circolari e spiraliformi per stimolare i linfonodi e drenare l’eccesso di fluidi dai tessuti dell’organismo.
Gli effetti positivi di questo tipo di massaggio non si ripercuotono solo sull’accumulo di liquidi con un esito antiedematoso, ma anche sulla riduzione del dolore e della tensione muscolare, oltre a stimolare una miglior attivazione del sistema immunitario, di cui il circolo linfatico fa parte.
Come per tutti i tipi di trattamento ci sono però delle controindicazioni. Non è possibile praticare il linfodrenaggio se la persona presenta: infezioni acute, febbre, neoplasie maligne, insufficienza cardiaca, tromboflebiti, dermatite nella zona interessata, alterazioni della pressione sanguigna (ipotensione o ipertensione). Questo per evitare, in generale, che batteri, virus e cellule maligne vengano ulteriormente diffuse nell’organismo, per non sovraccaricare il cuore se è già affaticato e non sollecitare una zona cutanea irritata o che presenta lesioni.